AZIONI PARALLELE 
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Azioni Parallele

NUMERO  7 - 2020
Azioni Parallele
 
Rivista on line a periodicità annuale, ha ripreso con altre modalità la precedente ultradecennale esperienza di Kainós.
La direzione di Azioni Parallele dal 2014 al 2020 era composta da
Gabriella Baptist,
Giuseppe D'Acunto,
Aldo Meccariello
e Andrea Bonavoglia.
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Mounier
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Modern/Postmodern
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Solitudine/Moltitudine
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L'eone della violenza
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La guerra secondo Francisco Goya
di A. Bonavoglia
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Nikolaj Leskov, L’angelo suggellato

 

 

 

 

Nikolaj Leskov

L’angelo suggellato
(in: Il viaggiatore incantato e altri racconti)

 

 

Espresso-Div. La Repubblica, Roma, 2004, 
EAN: 9788889145227
ISBN: 8889145226

P

 

Walter Benjamin nel celebre saggio Il narratore (1936) evidenzia il nesso essenziale tra il viaggio e la narrazione in Nicolàj Leskov, scrittore autodidatta e genio del racconto. Egli viaggiò per tutta la Russia come rappresentante di una grande ditta inglese ed ebbe dunque modo di conoscere direttamente il mondo popolare russo, già incontrato da I. Turgenev nelle “Memorie di un cacciatore”. Leskov fu iniziato alla sua vocazione di artista dalla lettura del libro di Turgenev, come lui stesso riconosce nella sua Autobiografia. Ma il suo approccio alla vita e alla scrittura è diametralmente opposto. Mentre Turgenev è occidentalista, Leskov è un credente ortodosso, un fedele, interessato e attratto dalle fede dei Vecchi credenti, dall’amore per la tradizione e per l’antico.
Le pagine dei suoi racconti trasudano di spiritualità orientale e di misticismo e si nutrono dell’idioma e dell’immaginario del mondo delle sette, degli scismatici, dei
Vecchi credenti. Vi si respira la stessa tensione spirituale delle Anime morte e del Diario di un pazzo di Gogol, che considerava un suo maestro. La scrittura di Leskov, senza mai perdere la sua purezza cristallina e la sua geometrica composizione, simile a quella di un mosaico bizantino, gravida di densità semantica che, si è rilevato, si perde nella traduzione, è informata ad una vigorosa visione religiosa e ideale, incentrata sull’unità politica e spirituale del mondo slavo e il raggiungimento della sobornost, la pienezza della comunione nel grembo della Chiesa russa.
Leskov conobbe il mondo delle sette russe, degli Scismatici (
Raskolniki), che dapprima criticò in lavori giornalistici e poi sempre più apprezzò, lasciandone traccia nei suoi racconti. Il suo personaggio base è un santo che opera nel mondo, un giusto, un pellegrino, un irregolare. I suoi eroi sono contadini, uomini semplici che narrano in prima persona vicende favolose. Il mondo della sua narrazione è quello delle fiabe popolari raccolte dal folclorista russo A. Afanasiev, un mondo pieno di sortilegi, magie, eventi straordinari. I sogni, le visioni e i mirabili miracoli descritti rimandano alla tradizione agiografica della confessione religiosa ortodossa. I suoi racconti debbono catturare l’attenzione del lettore e così si dipanano in brevi capitoli, come piccole scene o vignette di una storia raccontata da un cantastorie, in un linguaggio pieno di arcaismi e di presenze stratificate della lingua parlata del popolo e dei codici del gergo giudiziario ed ecclesiastico (soprattutto slavonico, la lingua antica russa della liturgia).

In Zapečatlënnyj angel1873 (L'angelo suggellato) il focus della narrazione è rappresentato dalle peripezie di un gruppo di Vecchi Credenti in relazione all’icona di un Angelo oggetto delle loro preghiere. Costituiscono un gruppo di lavoratori che è anche un gruppo di devoti scismatici che pregano incessantemente davanti alle loro icone – trasportate su un carro come l’Arca dell’Alleanza del Patto degli Ebrei. Il loro imprenditore e leader spirituale, essendo privi di sacerdoti, cioè  беспоповцы, bespopovcy, è Lukà Kirìlov, che porta sempre sul petto l’immagine dell’Angelo (p.142). I suoi operai e correligionari costruiscono delle abitazioni sulla riva sinistra del Dnepr e trascorrono tre anni lavorando alla costruzione di un ponte e pregando con fervore.
Il racconto contiene frequenti riferimenti alla storia dell’arte iconologica russa. Leskov amava le icone ed era un cultore della pittura religiosa russa, la cui massima manifestazione è appunto l’iconografia. In realtà il racconto
L’angelo suggellato è un tentativo, riuscito perfettamente, di trasformare la scrittura in una pittura iconografica, come “un valente iconista dalla mano esperta” (p. 166). Si tratta di una narrazione di miracoli, di un’Icona dei Miracoli, che consente il passaggio da questa realtà al mondo del sacro e della rivelazione. L’ordine dei capitoli del racconto, distinto in tre gruppi, dentro la cornice del primo e del sedicesimo risponde in effetti alle regole canoniche per l’esecuzione di questo genere di icona. I fatti raccontati all’inizio preparano la storia dell’icona dell’Angelo riferita dal narratore “di pelo rosso” Mark Aleeksandrovic. L’Angelo di cui si parla è l’angelo dei miracoli per i Raskolniki (gli scismatici o Vecchi credenti (cfr. p. 160-61). Per un prestito che debbono fare ad un funzionario che è stato truffato da Giudei di un villaggio che praticavano il contrabbando le loro icone sono sequestrate e sigillate (p. 163). Allora viene richiesta dalle autorità una somma di denaro per non suggellarle tutte. Alla fine anche l’icona dell’Angelo viene suggellata e deturpata nella porzione che ritrae il viso. L’ Angelo è “accecato con un suggello” (p.166).
Ecco di nuovo manifestarsi la lotta tra Cristo e il suo popolo e Satana, con il suo strumento principale, il denaro. L’icona dell’Angelo, dunque, viene deturpata dal funzionario per suggellarla con la ceralacca (p.164-65). Pimen, uno dei devoti del gruppo, che ha causato il guaio, entra nella chiesa ortodossa ufficiale e abbandona i Vecchi credenti. Si comincia a cercare un valente iconista capace di cancellare la deturpazione del suo puro viso arso dalla ceralacca del sigillo (p.168). Trovato l’iconista Sevast’jàn l’icona dell’Angelo suggellato viene trafugata e sostituita da una copia e infine ripulita dal suggello (p.205): “alzò verso la luce l’icona, e il sigillo non c’era più” (p.205). Ma nella copia dell’icona, dipinta dall’iconista, appare miracolosamente lo stesso suggello (p.210) che era stato cancellato dall’iconista nell’originale. Il racconto, in crescendo, somiglia sempre più ad una leggenda medioevale e ad una parabola evangelica. Il messaggio è chiaro: oltre le sette e gli scismi i fedeli debbono essere riuniti in un solo gregge di agnelli guidati da un solo pastore (211), la grande Chiesa russa, indicata dall’angelo suggellato. La fede genuina che coincide con l’unità spirituale dell’ortodossia e l’unità politica russo-slava riassume in sé, dissolvendolo, ogni errore e vince ogni adulterazione.