Laura Bispuri, Vergine giurata

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All’esordio nel lungometraggio, Laura Bispuri sorprende il Festival di Berlino 2015 con Vergine Giurata, film ispirato all’omonimo romanzo dell’albanese Elvira Dones (2007).
 Hana (Alba Rohrwacher), cresciuta in un paesino di montagna in Albania, ha rinunciato al suo corpo e alla sua identità di donna in cambio della ˊlibertàˊ: ha applicato l’antico codice albanese, il Kanun, secondo cui una donna può ˊsalvarsiˋ dalla supremazia dell’uomo sulla donna giurando per sempre verginità, adattandosi a un abito maschile. Tuttavia, a 10 anni dal giuramento Hana decide di fuggire in Italia, Bolzano: qui lasciandosi sorprendere dalla riscoperta, dalla percezione del suo corpo può affermare ed esprimere la sua femminilità.
Un film di emancipazione ‒ forse eccessivamente, ma inevitabilmente, incentrato sul talento dell’attrice protagonista ‒ che è caratterizzato da una straordinaria fotografia e da dialoghi che, seppur essenziali, danno un buon ritmo, lasciando emergere l’anima della regista.